AGNANA CALABRA

Pubblicata il: 26/06/2023
Il borgo si presenta dignitoso e ben conservato nella sua struttura originaria ( 1343) e la posizione è di grande rilievo naturalistico. La fiumara Novito che lambisce e delimita il suo territorio a sud ovest ha un corso molto interessante per la varietà di piante e rocce che si rinvengono sul suo letto, predominano i calcari ed i graniti.
Si possono ammirare ancora una serie di mulini e frantoi che seppur in stato di rudere hanno emergenze significative, soprattutto le saitte, intatte. Le due emergenze principali di Agnana sono il parco delle miniere e le terme salsoiodiche. Le prime sono composte da diverse bocche, alcune visitabili ed altre murate, ma che già all’esterno evidenziano la stratigrafia dei filoni di lignite.

Nel periodo borbonico ebbero grande rilevanza tanto che il 19 maggio del 1846 Ferdinando II di Borbone arrivò a dorso d’asino ad Agnana per visitarle assieme alla moglie.
Addentrarsi nei cunicoli scavati a forza di colpi di piccone, di cui si possono ancora vedere i segni netti, ed immaginare i ragazzini con le gerle che caricano il minerale scalfito dagli operai per portarlo all’esterno e caricarlo sui carri trainati dai buoi fino al pontile sulla costa per essere trasferito coi velieri fino a Napoli, produce un grande effetto emozionale.
Con la lignite di Agnana si mosse il primo treno sulla Napoli-Portici e fu costruita la linea ferrata Roma-Frascati.
Il paesaggio è caratterizzato da una varietà di rocce che comprendono calcareniti, arenarie di varia granatura, argille e un solo caso di calcare nella cima di monte Guardia che presenta una serie di inghiottitoi purtroppo non ispezionabili per crolli nelle gallerie. Le terme, oggi ben individuabili, sono composte da due vasche di epoca medievale in mattoni cotti in cui è possibile immergersi, in quella di sinistra è delimitata la sorgente da cui sgorga l’acqua ed è concepita in modo che eventuali impurità sono trattenute e possono essere rimosse manualmente senza defluire nelle vasche.

Il luogo è situato in un vasto declivio formato da argille rosse e grigie ed è discretamente popolato da tamerici che ingentiliscono l’ambiente. Le gole formate dall’erosione di monte Schiavo sono percorribili in periodo estivo e sono indicative dell’evoluzione geologica del luogo. Agnana infatti circa 30 milioni di anni fa era una zona paludosa che si prosciugò per il deflusso delle acque attraverso queste gole. Proprio nei pressi del vallone Luria furono trovati i resti di un animale, volgarmente detto ippoporco, che abitava le zone minerarie anche del nord Italia ed Europa l’Antracoterio, mammifero di dimensioni notevoli ( alto 1 metro e lungo 2) che faceva una vita semiacquatica appunto delle zone paludose ed è esistito circa 30 milioni di anni fa.
Foto di A.Rocca
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Presidente dell’ APS Osservatorio Ambientale Diritto per la Vita e guida CSEN di trekking
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