LE TANTE VITE DI UN’ANTICA CITTÀ GRECO-ROMANA E LA MEMORIA DI CASSIODORO
Pubblicata il: 25/05/2023
Esiste un “parco dell’anima” a pochi passi da Catanzaro, capoluogo della Calabria.
È una grande macchia verde che si estende sui declivi collinari che scendono fino al Golfo di Squillace e l’azzurro Mar Ionio.
Il Museo e Parco Archeologico Nazionale di Scolacium conserva testimonianze di diversi periodi storici ma è soprattutto uno tra i siti archeologici di epoca romana più importanti del Sud Italia. È insieme un luogo di storia e di grande bellezza paesaggistica.
Vi si può passeggiare ammirando i suggestivi resti antichi che convivono in armonia con gli ulivi secolari e la rigogliosa macchia mediterranea e godere di splendidi panorami, mentre al Museo sono custoditi ricchi reperti di questa città del passato che visse tante vite.
Skylletion fu fondata nel VI secolo a.C., dalla potente polis magnogreca Kroton, a presidio dell’Istmo di Catanzaro che è la parte più stretta della penisola italiana ed era in passato uno dei punti strategici nel Mediterraneo poiché passaggio facilitato per popoli e merci attraverso i millenni.
Nel II secolo a.C. divenne la colonia romana Minervia Scolacium, una cittadina che rispettava tutte le caratteristiche di una città romana e che si sovrappose, forse in parte, a quella greca.
Nel 98 d.C. la Colonia Minervia Nervia Augusta Scolacium visse l’arricchimento e l’aggiunta di alcuni monumenti.
Se oggi della città greca non è possibile ammirare altro che i reperti nelle sale del Museo, costituiti da monete ad incuso e frammenti di vasellame, della città romana rimangono resti imponenti.
Come in tutte le città romane infatti vi era il foro che a Scolacium era pavimentato con grandi mattoni quadrati disposti in maniera singolare, anzi unica, quindi segno indicativo di un centro abitato di notevole importanza. Vi era un teatro che ospitava 3.500 spettatori, un anfiteatro con 11.000 posti, le terme, gli acquedotti ed altri monumenti religiosi e pubblici. Era strutturata secondo il tipico impianto ortogonale con decumani e cardini e delimitata dalle necropoli, di cui una parte monumentale. Nel parco sono presenti anche i resti di un’antica domus e sepolture di epoca bizantina, quando la città continuò ad essere popolata. Si avviava però verso un graduale declino, fino all’abbandono nel VII secolo d.C.
In mezzo ai suggestivi resti che documentano la storia calabrese a partire da 2500 anni fa, e anche più, svetta maestosa l’abbazia di Santa Maria della Roccella. Il grande edificio di cultodel XII secolo ci racconta di un’epoca in cui il Meridione d’Italia vide l’arrivo dei Normanni, i tenaci guerrieri del Nord, portatori di trasformazioni religiose e sociali che lasciarono profonde radici nel nostro mondo.
All’interno delle luminose sale museali, realizzate nella residenza del Barone Mazza che fu il proprietario fino all’esproprio avvenuto nel 1982, sono documentate le varie epoche, dalla preistoria fino al dominio di Bisanzio, con nutrite collezioni di vasellame, monete, decorazioni fittili e marmoree, dettagli di stupende architetture, utensili e oggetti d’uso quotidiano, corredi funerari.
Di incredibile valore storico e artistico è il braccio in bronzo, unica parte rimasta di una statua che doveva essere di dimensioni colossali.
Ma quello che forse attira i più è la serie di magnifici ritratti e statue di marmo che abbellivano luoghi pubblici e privati e che lasciano immaginare lo splendore di una città e di un tempo ormai lontano ma parte incisiva del nostro immenso patrimonio storico-culturale.
Accanto al Museo Archeologico si trova anche un Museo dell’Olio con strumenti e macchinari utilizzati nel passato per produrre il cosiddetto “oro verde”, un prodotto da sempre importante sul territorio calabrese e che oggi ha raggiunto i più alti livelli qualitativi a livello nazionale.
Per chiudere il racconto di un luogo così complesso ed affascinante è doveroso nominare Flavius Magnus Aurelius Cassiodorus Senator, per noi Cassiodoro, nato qui nel 490, politico e pensatore. Fu il fondatore del Monastero Vivariense, un’istituzione religiosa e, soprattutto, un centro di studio e di cultura divenuto un faro attraverso i secoli.
Di questo gigante della storia, nonostante il trascorrere del tempo e delle vicissitudini umane, rimane in questi luoghi l’indelebile impronta.
Tutte le foto sono dell'autore
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Nata in Svezia, sin da piccola vive in Calabria e da sempre ama raccontare e far scoprire l’Italia.
Ama scoprire luoghi nuovi, e poi farli vivere anche agli altri.
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