PALIZZI, UN MONOLITE TRA LE VIGNE

Pubblicata il: 26/05/2023

Molti paesi della Calabria meriterebbero più attenzione, anche da parte dei calabresi stessi.

Palizzi è uno di questi, uno spettacolare borgo inserito in quel paesaggio di raro fascino che è il Parco Nazionale dell’Aspromonte, in provincia di Reggio Calabria e in un’area di grande importanza storica e culturale essendo uno dei comuni dell’Area Grecanica, un’area ellenofona dove si mantengono le tradizioni e la lingua greca antica.

Domenica ho accompagnato in questo angolo di paradiso, un gruppo di amici calabresi esperti operatori del settore turistico, intenzionati a conoscere più a fondo la loro regione e ad assaporare la gastronomia tradizionale di ciascun territorio.

La strada per Palizzi Superiore è lunga e tortuosa ma ne vale la pena.

Si inerpica infatti con una serie di curve, da quello splendido tratto di costa ionica meridionale dove nidificano di frequente le tartarughe di mare Caretta caretta, su per i versanti del massiccio aspromontano e attraversano profonde vallate dove scorre una fiumara. Le alte pareti rocciose sono addolcite da una ricca vegetazione e da ciuffi colorati di euforbia e ginestra, tra un tornante e l’altro si aprono magnifici panorami e si possono sentire mille profumi e ammirare il volo di tanti rapaci.

Appare quindi il paese del vino Palizzi Igt prodotto da vitigni antichi come il nerello mascalese ed il calabrese, portati dal Mediterraneo tanti secoli fa, millenni fa, in Calabria, terra al centro del Mediterraneo.

È indescrivibile l'impatto visivo di questo abitato posto sui fianchi di un enorme monolite sulla cui cima rimane un antico castello appartenuto a varie famiglie nobiliari, ultimi i De Blasio, oggi Monumento Nazionale.

Ci siamo incamminati dalla piazza centrale dove si trova la chiesa di Sant’Anna dalle chiare reminiscenze bizantine.

Poi su per il centro storico e il suo labirinto di vicoli: case letteralmente intrecciate alla roccia, ripide scalinate, catoi, arcate, mensole di balconi in pietra finemente intagliati che formano un insieme quasi surreale in cui sono sempre presenti le tracce della lunga tradizione del vino.

Abbiamo attraversato il ponte detto “Lo schiccio” dove sembra ancora di sentire il canto delle donne che lavavano i panni alla fontana, i giochi dei bambini, e le voci delle tante persone che frequentavano questo luogo di ritrovo e di lavoro della comunità. Oggi non si sentono quasi più voci ma solo silenzi intervallati dal racconto dei cento abitanti rimasti nel borgo che negli anni cinquanta era abitato da 5000 persone, oppure degli appassionati di cammino che percorrono l’ormai celebre Sentiero dell’Inglese di cui Palizzi è una delle stupende tappe e che merita un racconto a parte.

Ed i suoni della natura, maestosa e incontaminata.

Ci accomodiamo nella suggestiva Taverna di Emanuele Maisano, un grande cuoco, custode delle millenarie tradizioni d’Aspromonte e presidente dell’associazione culturale Poliscin che opera instancabilmente per tutelare e valorizzare il vecchio paese.

Il pranzo che ci offre è sublime al palato e già di per sé merita il viaggio fin qui: frittelle di finocchietto selvatico, frittata di cipolle, erbe spontanee saltate in padella con pane raffermo, crocchette, formaggio caprino con confettura d’uva, capicollo, soppressata, maccarruni fatti a mano con sugo di capra, capra aspromontana al sugo, trippa, soffritto di maiale, involtini di maiale, carne di maiale al forno, melanzane arrostite, insalata.

Il tutto accompagnato dai vini Palizzi Igt di Nino Altomonte, un bianco, un rosato ed un rosso, ottenuti da uve antiche ed in cui si sprigiona meravigliosamente l’essenza di questa terra. A chiusura del pasto una sorpresa gradita: un liquore del pregiatissimo limone caviale. Le specialità ed i prodotti locali si sono susseguiti rivelandoci sapori eccezionali.

In ciascun piatto, il racconto di questa terra, delle sue molteplicità e unicità, della sua anima greca e della forte presenza di una natura di incomparabile bellezza.

Foto di Rosanna Gangemi

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Scritto da: Rosanna Gangemi

Nata in Svezia, sin da piccola vive in Calabria e da sempre ama raccontare e far scoprire l’Italia.

Ama scoprire luoghi nuovi, e poi farli vivere anche agli altri.

 

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